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Retaggio Italiano nell'Architettura Messicana.

Quando pensiamo all'architettura mondiale, una delle più belle e famose è l'architettura italiana per il  grande contributo che ha dato, come gli edifici antichi e moderni, le decorazioni, le sculture dentro e fuori gli edifici e molte altre cose.

 

Gli architetti italiani sono famosi in tutto il mondo e hanno lasciato il segno e creato legami con varie nazioni, una delle quali è il Messico. Un grande esempio è Adamo Boari.



"Palacio de Bellas Artes" è il primo gioiello architettonico di Boari.


Escritto por:  Andrea Araceli Pichardo Vallado


Adamo Boari

È stato un architetto italiano riconosciuto in Messico, a Città del Messico ci sono due dei suoi capolavori, i suoi contributi si possono trovare anche negli stati di Jalisco, San Luis Potosí e Veracruz.


Boari fu l'architetto incaricato di progettare l’edificio e all'inizio il nome della costruzione era “Teatro Nacional”.

Si tratta di un palazzo con una combinazione di stili Art Nouveau e Neoclassico all'esterno e principalmente Art Decó ed elementi Preispanici all'interno.

Il marmo è stato il materiale principale per dare bellezza al luogo, in quanto presenta marmo di Carrara (marmo piú usato), marmo nero e marmo rosso venato.

Si possono trovare sculture di Leonardo Bistolfi, Edoardo Rubino, Domenico Boni e pezzi di ornamento di Gianetti Fiorenzo (tutti scultori italiani).

Troviamo anche cavalli alati a cura di Agustín Querol (scultore spagnolo) ed elementi ornamentali per mano di Géza Maróti (architetto e scultore ungherese).

Gli elementi in ferro battuto in stile Art Nouveau sono opera di Alessandro Mazzucotelli (fabbro italiano).


La costruzione dell'edificio iniziò nel 1904 e la prima pietra fu posta dall’allora presidente Porfirio Díaz, i lavori dovevano durare 4 anni ma si sono prolungati e sono stati completati molti anni dopo.

Tutto questo a causa della crisi sociale ed economica, assieme all'inizio della Rivoluzione Messicana, eventi che hanno anche provocato l'uscita di Boari dal Paese, il quale non è riuscito a raggiungere la fase finale del cantiere.

Infine Federico Mariscal si occupò delle ultime fasi dell'edificio, che in quel momento si é deciso di rinominare "Palacio de Bellas Artes".


Foto: Jul L. G


"Palacio Postal" l'eredità nel tempo.

 

Anche chiamato "La Quinta Casa Postal", perché è la quinta sede nella sua storia, la costruzione dell'edificio inizó il 14 settembre 1902, per mano di Boari (architettura) e Gonzalo Garita (ingegneria). Il suo stile è eclettico, presenta elementi in stile “Plateresco”, Art Nouveau e Gotico.

 

Il materiale principale all'esterno dell'edificio è la “cantera de Chiluca labrada”, contiene elementi  come: ornamenti, luminarie, pezzi di ferro che rendono la costruzione intrigante e danno voglia di conoscerne l'interno.

 

Come ogni edificio che ha come obiettivo principale la funzionalità, si possono osservare all'interno dei suoi quattro piani come si distribuivano le diverse aree adibite al funzionamento del servizio postale. Al piano terra è possibile osservare due elementi importanti, il primo è la parte in cui é ancoraattivo il servizio postale, composto da elementi in ferro battuto che lasciano il posto al secondo componente: una scala forgiata in bronzo dalla Fonderia Pignone a Firenze e con pavimento in marmo messicano, che trasferisce immediatamente chi lo visita su un vecchio palco.

 

 Foto: Oscar Domínguez


É presente un ascensore (replica dell'originale) che impressiona con i dettagli che si possono vedere all'interno e all'esterno, e crea l'atmosfera perfetta per un viaggio nel tempo.

L'orologio monumentale tedesco è il coronamento visivo della torre principale che gli conferisce importanza come edificio.

Infine nella parte strutturale risalta l'ottimo lavoro d'ingegneria perchè si possono osservare le travi che sostengono il tetto.


Dopo poco più di 5 anni, finalmente, il 17 febbraio 1907 Porfirio Díaz, l’allora Presidente del Messico, ha inaugurato “Palacio Postal”.

 

Il 4 maggio 1987 è stato dichiarato “Monumento Artistico”.

 

Anche se sono edifici contemporanei, si può facilmente notare la differenza dell'uso finale di ognuno, uno molto più funzionale e l'altro soprattutto estetico, perché li divide una sola strada (Eje Central) e apprezzare che queste differenze li rendono parte della storia tra due nazioni Messico e Italia.

 


 

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