Vignette con accento: La storia del fumetto in Italia
- Eduardo Montoya
- 2 mag
- Tempo di lettura: 2 min
Tra tratti in bianco e nero che attraversano le generazioni, l’Italia ha costruito un’eredità unica nel mondo del comic. Dai primi personaggi nati sulle pagine dei giornali fino alle graphic novel contemporanee, il fumetto — come viene chiamato in italiano — non è stato soltanto intrattenimento, ma anche strumento di critica sociale, arte visiva e riflessione culturale. La sua storia è segnata da una capacità di adattamento che ha saputo dialogare tra epoche e generazioni.

Tutto comincia agli inizi del Novecento, quando personaggi come Bilbolbul, creato da Attilio Mussino, facevano ridere i più piccoli con un umorismo ingenuo e surreale. Ma la vera esplosione arriva dopo la Seconda guerra mondiale, gli italiani non solo ricostruiscono le loro città, ma reinventano anche le loro storie. Negli anni Cinquanta e Sessanta, le edicole si riempiono di fumetti che offrono avventure mozzafiato, dilemmi morali e uno sguardo critico sul mondo. Il fumetto diventa un fenomeno editoriale che supera confini e fasce d’età.

Uno dei grandi protagonisti di quest’epoca è Tex Willer, il coraggioso cowboy del West creato da Gian Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini. Il suo spirito giustiziere, i paesaggi aridi e i duelli sotto il sole hanno conquistato generazioni di lettori. Poi arriva Dylan Dog, investigatore dell’incubo ed esperto di paranormale, nato dalla mente inquieta di Tiziano Sclavi. Con il suo tono malinconico e una Londra popolata da mostri, conquista il pubblico adulto in cerca di qualcosa di più dei soliti supereroi. E naturalmente Corto Maltese, il marinaio romantico e irriverente ideato da Hugo Pratt, che naviga tra avventure filosofiche, riferimenti letterari e paesaggi onirici.

Oggi il fumetto italiano vive una nuova età dell’oro. Festival come il Lucca Comics & Games — il più grande evento del genere in Europa — riuniscono autori, case editrici, appassionati e cosplayer. Nuove generazioni di disegnatori e sceneggiatori, come Zerocalcare, Gipi o Fumettibrutti, hanno rinnovato il panorama con opere che affrontano temi come la migrazione, la precarietà lavorativa, l’identità di genere, la salute mentale o la memoria collettiva, con un linguaggio intimo e diretto che dialoga tanto con i giovani quanto con gli adulti. Inoltre, molte di queste storie sono arrivate al cinema, alla televisione o alle piattaforme digitali, dimostrando che il fumetto italiano non solo si adatta, ma continua a ispirare. Dalla carta allo schermo, dall’umorismo alla poesia, il fumetto continua a tracciare la sua rotta, con inchiostro, impegno, passione e uno stile inconfondibilmente italiano.
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